OBIETTIVO
consumattoreIn un’epoca in cui le sofisticazioni alimentari, l’inquinamento delle aree di produzione e la scarsa qualità di una parte del cibo standardizzato e “fast-food” sono sotto l’attenzione dei media, una parte crescente di cittadini sta diventando sempre più accorta nella scelta di alimenti salubri.
C’è anche una crescente attenzione agli impatti ambientali, sociali ed economici della produzione e alle conseguenze di questi impatti sul proprio territorio.
Partendo da questi trend, il progetto intende valorizzare la filiera agroalimentare locale come volano per lo sviluppo sostenibile della città di Bergamo e delle aree rurali limitrofe, riavvicinando produttori e consumatori da un lato, città e aree rurali urbane e provinciali dall’altro.
Valorizzando i prodotti locali tipici e biologici e le produzioni a basso impatto ambientale, riducendo i chilometri che gli alimenti percorrono per arrivare sulle nostre tavole, accorciando la filiera della distribuzione e riallacciando rapporti di fiducia tra produttori e consumatori si intende
promuovere un sistema locale del cibo che integri diversi settori economici: il tema del cibo infatti rappresenta un ambito sia culturale che economico, in cui sono coinvolti diversi attori sociali (cittadini-consumatori, aziende, istituzioni) ed economici (l’agroalimentare ma anche la ristorazione e le mense scolastiche o aziendali, il turismo locale, l’artigianato ecc.: basti pensare al legame che c’è tra le produzioni agroalimentari tipiche e gli itinerari turistici locali).

DESCRIZIONE AREA DI INDAGINE
consumattore2La ricerca finora svolta è stata utilizzata come attività di ascolto e aggregazione degli attori territoriali interessati a costruire insieme un sistema locale del cibo. Per prima cosa si sono mappate le iniziative locali già in atto, orientate a rivitalizzare il settore agroalimentare locale e la sostenibilità di produzione e consumo, sia dal punto di vista educativo che da quello della produzione e del rapporto tra consumatori e produttori.
In un secondo momento sono state rilevate le opinioni e le difficoltà percepite e vissute dai soggetti che animano le filiere agroalimentari locali.
Questa attività ha permesso di cogliere le potenzialità e gli ostacoli del contesto locale, individuando insieme possibili strategie volte a favorire una maggiore collaborazione: un’azione fondamentale del progetto è infatti quella di facilitare il dialogo tra gruppi di “consum-attori” (consumatori singoli oppure organizzati in gruppi che, attraverso le proprie scelte di consumo, intendono promuovere le produzioni più sostenibili), associazioni di produttori e istituzioni, per elaborare alcune strategie comuni concertate tra questi soggetti e volte a promuovere uno sviluppo locale più sostenibile a partire dal cibo.

RISULTATI E PROPOSTE
consumattore3I principali risultati del dialogo col territorio evidenziano una scarsa collaborazione e un’alta frammentazione delle iniziative presenti, ma anche una visuale condivisa dalla maggioranza sulle opportunità di valorizzazione territoriale ed economiche che un’idea simile apporterebbe.
Guardando ad alcune buone pratiche internazionali (Toronto, Rotterdam, Londra etc.), svariate amministrazioni locali hanno fronteggiato simili difficoltà provando a costruire dei Food Policy Councils, ovvero dei tavoli permanenti di dialogo tra produttori, consumatori e istituzioni, dove confrontare e mettere a sistema tutte le iniziative di educazione, di agricoltura urbana, di rilancio dell’agroalimentare locale che già esistono nel territorio: in queste esperienze l’ente locale ha fornito uno spazio permanente di discussione e valutazione, oltre che svariate forme di supporto (logistiche, educative, economiche, ecc.) a tali iniziative.
L’obiettivo di mettere in rete le buone pratiche esistenti e gli altri soggetti che compongono un sistema agroalimentare locale è dunque quello di costruire un “luogo” in cui stimolare e allargare le iniziative volte alla sostenibilità, in cui i diversi soggetti possono collaborare tra loro e con le amministrazioni per trovare soluzioni agli ostacoli e ai limiti evidenziati in precedenza.
In definitiva, l’obiettivo non è tanto quello di creare un sistema sostenibile prendendo a modello altre realtà internazionali, ma è quello di favorire un processo condiviso di sviluppo, in cui le esperienze internazionali possono servire come spunti da contestualizzare alla realtà locale: Bergamo infatti è già ricca di iniziative dal basso, ma mancano costanza, connessioni stabili tra soggetti e opportunità di collaborazione.
L’evento dell’Expo del 2015 ha dato al tema del cibo grande visibilità.
Partire dalle buone pratiche esistenti nel territorio e supportarne lo sviluppo può fornire basi più solide a visibilità che rischiano di essere passeggere ed effimere.

TEAM DI RICERCA
consumattore4Francesca Forno (Professore Aggregato UNIBG)
Simon Maurano (Assegnista di Ricerca UNIBG)

Vai al progetto: Food 2014/15 

Tweet Recenti